Da "I Teatri del Sacro" al profano, lo spettacolo comico firmato da Rita Pelusio approda al Teatro Delfino affrontando il tema della violenza in modo intelligente e ironico.

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Dopo il successo al festival “I Teatri del Sacro” di Lucca, torna a Milano lo spettacolo Caino Royale, una particolare riscrittura del rapporto tra Caino e Abele interpretati da due giovani e brillanti attori, Giovanni Longhin e Andrea Bochicchio. In scena appaiono come statue, nella posa dell’uccisone di Abele, molto simile alla raffigurazione scultorea presente al duomo di Milano. Ma Caino/Longhin, una volta animatosi, si dimostra da subito molto più misericordioso della sua versione biblica, non vuole perpetrare quel gesto assassino frutto di una violenza che non sente come propria. È Abele/Bochicchio, al contrario, a insistere per farsi ammazzare e voler diventare a tutti i costi il primo “agnello sacrificale” della violenza umana sull’altare della storia.

Nasce un dialogo comico su cosa sarebbe successo se l’episodio biblico avesse avuto un altro epilogo e gli interpreti, cambiando continuamente personaggio e inscenando una serie di situazioni al limite del paradossale, portano lo spettatore a riflettere sul termine “fratricidio” che è alla base di qualsiasi gesto di violenza, in quanto fratello è il prossimo, il diverso, chi non la pensa come noi.
Grazie ad un lavoro attento di regia, Rita Pelusio confeziona un coraggioso spettacolo dai tempi comici molto frizzanti che mette in luce l’ottima sintonia e versatilità dei due attori in scena. E nel finale viene “scomodato” addirittura Dio, padre presente nella sua apparente assenza, che concede ai litigiosi figli il libero arbitrio di non essere “per forza” discendenti di Caino e redimere le sorti della propria vita e dell’intera umanità.