Di Gianluca Bernardini

Domani è un altro giorno

«Domani è un altro giorno» è un film del 2019 diretto da Simone Spada, remake del film argentino «Truman» ed è uno di quei film prodotti nella nostra Italia di cui andare fieri. Lo si potrebbe definire come una commedia dolcamara, o un dramma divertente, per come sa passare da uno stato emotivo all’altro. È un film per tutti i gusti, ma non per tutti gli umori (bisogna essere preparati a versare qualche lacrima). Al centro della storia vi è l’amicizia tra Tommaso (Valerio Mastandrea) e Giuliano (Marco Giallini) che si conoscono da trent’anni. Il primo è un affermato professore universitario in Canada, l’altro invece un attore famoso rimasto a Roma, affezionatissimo al suo cane Pato.

Quando Giuliano, ammalatosi gravemente, sembra voler rinunciare alle cure, l’amico lontano affronta la paura dell’aereo per correre a trovarlo. I quattro giorni di permanenza nella capitale saranno cruciali per convincerlo a tornare sui propri passi e a tentare di guadagnare tempo contro il male incurabile. «Domani è un altro giorno» è un film al tramonto, che riesce a far rivivere proprio quella sensazione di fine giornata, in cui il sole diventa freddo (notate i vestiti pesanti dei personaggi nella scena sulla spiaggia della calda Barcellona) e i ritmi della vita rallentano. Si guarda indietro alla giornata e ci si prepara all’incognita della notte. È proprio la notte il nemico dei protagonisti: un momento di solitudine che tutti vogliono evitare. «Resta con me questa notte, che non ho voglia di restare solo, tu però vai sul divano che di solito ti accontenti» si dicono i due amici con la malinconia espressa dagli occhi dei due attori (perfetti). Per tutta la durata il film restituisce la sensazione di vedere solo una piccola parte della vita dei personaggi. E questo li rende autentici.

La regia di Simone Spada racconta l’amicizia attraverso i gesti: ci viene mostrato come un abbraccio possa essere un momento rivelatore, che comunica notizie troppo difficili da pronunciare. Ci sono molte strette di mano: prima formali, poi scherzose (i due si fingono coppia omosessuale), infine solidali. Ed è proprio attraverso questa catena di passaggi “di mano in mano”, con consegne di oggetti, soldi, affetti e vite, che «Domani è un altro giorno» si mostra attualissimo profeta dei nostri giorni. Ora che a passi incerti recuperiamo la vicinanza con i nostri affetti, questo bel film interpreta sentimenti comuni ai molti che stanno tornando alla quotidianità. Chi può, chi vive, faccia come Tommaso e guardi al domani. Sarà un altro giorno, e potrà ricominciare.

Di Gianluca Bernardini e Gabriele Lingiardi