di Gianluca BERNARDINI

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Quarto film, quarto successo. Questa volta addirittura sbancando ogni previsione d’incasso. Che si voleva di più per il cinema e per le nostre sale? Che cosa sta sotto a tale «miracolo»? Sicuramente un lavoro geniale (come pure di marketing), fatto ad arte insieme a Gennaro Nunziante che, come regista e autore, fa coppia fissa da anni con il bravo comico, «performer», cantante nonché attore Luca Pasquale Medici (in arte Checco Zalone). C’è chi lo annovera tra i grandi della commedia italiana come Sordi, Risi, Totò, e chi invece ancora lo denigra come «furbetto» di bassa volgarità o dalla risata facile. Saranno i posteri a giudicare. Checco Zalone, sta di fatto, sa arrivare dritto là dove a volte le nostre intelligenze più sublimi non sanno portarci. Perché ignoranti o poco riflessivi? Forse, ma soprattutto perché abbiamo bisogno di qualcuno che con il sorriso ci faccia comprendere quello che oggi siamo. Forse sta tutto qui il suo successo «popolare», proprio perché accessibile e comprensibile a tutti, anche dal «volgo». In «Quo vado?» noi ridiamo in fondo di noi stessi, di quello che siamo diventati grazie anche al concorso di «altri» (per cui Checco dà fastidio). Non c’è più il posto fisso, una famiglia «normale», una etnia o un’unica religione che ci accomuna eppure ci possono essere valori che ci uniscono, che ci richiamano al dovere di educare la propria coscienza ad aprirci all’altro, alla condivisione, a una comunione che è più grande del giardino che ci circonda. C’è un senso di umanità in Checco Zalone, sebbene possa essere caustico e volgare in certe sue battute. Certo il suo non è un cinema d’autore. Non è nemmeno un cinema che scava e va in profondità. Non è questo l’intento ed è inutile giudicarlo con questi parametri. Non è nemmeno un film per le famiglie (e sbagliano quei genitori che vi portano i piccoli a vederlo). È una storia che, con il presupposto di far ridere, ti fa uscire dalla sala con almeno sulle labbra la frase: «Beh, in questo però dice il vero…». Fa pensare, dunque, Checco Zalone? Sì questa è la verità e, forse purtroppo, anche il paradosso. Non ci dà soluzioni e non ci dà nemmeno la morale, tuttavia ci «restituisce» la speranza che, nonostante tutto, si può sempre essere migliori. E non è poco al giorno d’oggi.

Temi: famiglia, lavoro, integrazione, valori, civiltà.