Palma d'oro a Cannes, elogiato da critica e pubblico. Arriva finalmente in sala Parasite!

Di Gianluca Bernardini

parasite

Ci sono mondi che faticano ad incontrarsi, come del resto vi sono persone che vivono assolutamente su «piani» diversi, pur abitando lo stesso territorio o la stessa città.
Sono vite parallele che difficilmente si incrociano se non per motivi di lavoro o tragici eventi. In un tempo in cui le fratture sociali vengono sempre più alla luce in ogni parte della terra, Bong Joon-ho realizza un lungometraggio coreano che parla di noi, forse, molto più di quanto possiamo pensare. Tanto che «Parasite», il titolo in inglese dice già molto, ha vinto la Palma d’oro come miglior film all’ultimo festival di Cannes.
Una commedia umana (tragicomica, potremmo anche dire) che narra la vicenda di Ki-woo, giovane furbo e talentuoso, che grazie ad un amico riesce a trovare lavoro come insegnante privato in una ricca famiglia della città. Non contento del passo fatto, escogita un piano diabolico per cercare di dare una svolta alla propria vita, nonché a quella dei propri cari, con cui vive in situazioni miserrime in uno squallido seminterrato.
Tra situazioni paradossali e colpi di scena, «Parasite» sorprende per la capacità di indagare la realtà odierna con rara maestria. In un’epoca in cui sembra regnare il capitalismo, pare che non ci siano molte alternative ad esso, se non affrontandolo di petto. Certo si può rimanere scottati e si può pagare pure con il sangue la propria determinazione. Si potrà anche, poi, perdere tutto, ma non la speranza o il sogno che rende, in fondo, tutti più umani. Un racconto che speriamo, come sottolinea il regista, «faccia venire agli spettatori la voglia di condividere un drink e parlare insieme di tutto quello che gli è passato per la testa mentre vedevano il film». Per un pubblico senz’altro adulto.

Temi: famiglia, povertà, ricchezza, disuguaglianza sociale, capitalismo, violenza, società.