di Gianluca BERNARDINI

«Chi decide quale vita sia ricca di significato?». Potrebbe essere questa stessa domanda presente in «Life, Animated» la cifra con cui leggere l’ultimo lavoro del regista Roger Ross Williams, candidato all’Oscar come miglior documentario. Tratto dal libro dell’amico Ron Suskind «Life, Animated: A Story of Sidekicks, Heroes, and Autism», in cui l’autore parla del figlio Owen, colpito a tre anni da una grave forma di autismo, il film ci porta dentro l’universo animato di un giovane che sta per diplomarsi al college e che ha trovato, sostenuto dall’amore della sua famiglia, nei cartoni animati della Disney la chiave d’accesso per decifrare il suo complesso mondo e interagire con l’esterno. Un resoconto vero, fuori dal coro, in cui più che gli eroi contano «i comprimari», disegnati fin da bambino dallo stesso Owen, per dire che tutti sono importanti e che ognuno è indispensabile al fine di ogni storia: quella che ci costruiamo addosso e che la vita inesorabilmente ci ha consegnato con tutte le sue imprevedibilità. Un viaggio visivo (le sequenze animate sono già uno spettacolo) e sonoro (Owen imita alla perfezione le voce dei protagonisti «disneyani»), nonché una storia di formazione, nella quale l’autismo ci appare sullo schermo più come una «differenza», come ama definirlo il regista afroamericano, che un deficit o una disabilità. Un lavoro ben fatto, con un approccio adulto, verso una realtà, a molti sconosciuta, che nasconde spesso fantasmi e paure. Una «parabola», infine, che profuma d’amore. Quella di una famiglia (i genitori, ma anche il fratello maggiore Walt, suo vero eroe) che ha saputo stare dentro, e «poi accanto», alla vita di Owen come pochi altri avrebbero saputo fare. Versione originale con i sottotitoli in italiano: una piccola difficoltà, forse, richiesta allo spettatore. Nulla in confronto alla vita di Owen e di chi gli ha voluto e continua a volergli bene. Possibilmente da non perdere.

Temi: autismo, famiglia, amore, vita, film Disney, percorso, relazione, comunicazione.