di Gianluca BERNARDINI

1-96685

«I treni gli hanno segnato la vita»: così dice dell’amico Eric Lomax (Colin Firth) l’ex veterano Finlay (Stellan Skarsgård) che ha vissuto con lui il dramma della Seconda guerra mondiale. Siamo in Inghilterra nel 1980, Eric sta viaggiando per l’appunto su un treno, qui incontra «Patti» (Nicole Kidman), la donna che entrerà nella sua ordinarietà fatta di tempo passato al club tra gli ex compagni di guerra e la passione ossessiva per i convogli ferroviari, gli orari e le coincidenze, comprese quelle del destino. Tra queste lei, Patricia Wallace, che verrà presto a conoscenza del segreto di una vita che non è più possibile tenere nascosto quando l’amore prende dimora. Cosa è accaduto nel passato del «buon» Eric, tanto da tormentarlo anche nei momenti più intimi? Occorrerà tornare all’anno 1942 quando i soldati inglesi furono prigionieri dei «perfidi» giapponesi, costretti a lavorare come schiavi nella costruzione della «ferrovia della morte» che doveva collegare la Thailandia alla Birmania di allora. Tra questi il giovane e brillante soldato Lomax (l’alter ego Jeremy Irvine). Inizia da qui il film di Jonathan Teplitzky «Le due vie del destino», tratto dal romanzo autobiografico dello stesso Eric Lomax «The Railway Man». Una storia che si dipana su due piani temporali, fatti di continui flashback e colpi di scena, tra gli incubi delle agghiaccianti torture e la voglia di riscatto. Complice la scoperta che il suo più terribile aguzzino è ancora in vita e l’amico Finlay che, memore del «sacrificio» di Lomax (bellissime in sottofondo le parole del Salmo 23), offrirà il suo aiuto «estremo» per salvarlo. Vendetta o perdono? Colpa o fedeltà? Odio o amore? Se da una parte il racconto ci ricorda che «la guerra segna per la vita», dall’altra ci fa capire che c’è sempre una via d’uscita per la salvezza oltre l’amarezza, la sofferenza e l’orrore. Si può fare il «verso alla vita» stessa, come afferma ad un certo punto Finlay a «Patti», ma «viene un momento in cui l’odio deve finire» se si vuole continuare a vivere. E il racconto sullo schermo del regista australiano lo mette bene in evidenza, nonostante qua e là appaia un po’ troppo didascalico. Vederlo oggi, alla luce degli innumerevoli tragici eventi che sconvolgono il nostro mondo, fa bene alla «memoria» e soprattutto al cuore.

Temi: guerra, vendetta, riscatto, odio, sacrificio, perdono, redenzione, memoria.