di Gianluca BERNARDINI

1-133905

Ci sono delle vite impossibili da sopportare, lo sappiamo, è cronaca di ogni giorno. Quelle in cui chi ti sta attorno, invece di amarti e farti toccare le vette del Paradiso con la dolcezza e l’affetto, ti fa precipitare direttamente all’inferno con l’odio e la violenza. Sono le vite spezzate e ferite di molte donne, compagne o mogli, magari con tanto di figli. Vite come quella di Anna (Margherita Buy), narrata ne «La vita possibile» di Ivano De Matteo (di cui ricordiamo il memorabile «I nostri ragazzi»), che per sfuggire al suo «orco», scappa a Torino col figlio Valerio (Andrea Pittorino), senza nessuna certezza, verso un futuro incerto. Ad accoglierli ci sarà un’amica di vecchia data, Carla (Valeria Golino), attrice spensierata, pronta ad aiutarli e sostenerli nel loro riscatto. Un «nuovo inizio» anche se tutto non sarà così semplice. Tra le fatiche fisiche (un lavoro per Anna non proprio «leggero») e quelle del cuore (la solitudine e l’adattamento di Valerio), in un luogo dove non ci si sente propriamente «a casa», i due, insieme, riacquisteranno le forze per ricominciare. Anche se il film sembra narrare ciò che è noto, e per alcuni scontato, esso, oltre che mettere a fuoco un tema importante come quello della violenza tra le mura domestiche, getta luce sulla «speranza» sempre possibile, nonostante tutto. Sta in quest’enunciato la forza e il valore del racconto che arriva dritto al cuore (pregio della regia e del montaggio), quando soprattutto le note della bellissima canzone di Shirley Bassey «La vita» suonano all’infinito ripetendo: «Ah la vita… Più bello della vita non c’è niente e forse tanta gente non lo sa… Che cosa di più vero esiste al mondo e non ce ne accorgiamo quasi mai… quasi mai». Un film che ci fa bene e, forse, farà del bene maggiormente a chi ne avrà più bisogno.

 

Temi: amore, amicizia, famiglia, violenza, riscatto, futuro, speranza.