di Gianluca BERNARDINI

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Daniel (Dave Johns) è un uomo qualunque che vive a Newcastle. Sulla soglia dei sessant’anni si trova, dopo un serio problema cardiaco, a dover fare domanda di invalidità e abbandonare il lavoro di falegname, sua vera e unica passione. Nonostante i referenti medici siano a suo favore, la domanda viene rifiutata. Dopo aver lavorato una vita, curato la pazzia della moglie di cui è rimasto vedovo, senza figli, si ritrova a dover combattere contro la burocrazia statale che lo vuole «abile al lavoro» e pertanto, se vuole il sussidio, dovrà cercare un impiego per almeno trentacinque ore la settimana. Un’assurdità messa in atto da un Paese come l’Inghilterra che in un tempo di austerity si accanisce contro le classi sociali povere, rendendole ancora più miserabili. Come lo sono del resto Katie (Hayley Squires) e i suoi due figli che, pur di sopravvivere e non dormire in un ostello per i senzatetto, accettano di venire via da Londra verso una città anonima in cui non conoscono nessuno. L’incontro con Daniel presso gli uffici del Dipartimento del lavoro che sembrano non ascoltarli nelle loro «umane» richieste, farà scattare tra i due una reciproca ed esemplare solidarietà (ogni azione messa in atto è un pugno nello stomaco). Ken Loach, figlio di operai, torna alla regia con un nuovo film «militante» di tutto rispetto, con tanto di Palma d’oro vinta all’ultimo Festival di Cannes, dopo essere stato insieme a Paul Laverty, suo fido sceneggiatore, nella sua città natale di Nuneaton per documentarsi. Un’opera asciutta e cruda quanto basta (la scena al banco alimentare è a dir poco straziante), di denuncia, ma anche di spessore perché ciò che si vede (o che molte volte ci fanno vedere) non è mai lo specchio dell’intera realtà. Come quella che vivono i due protagonisti di questa storia alle prese con un governo che, dietro ad uno schermo o a pretese impossibili (persino nei confronti dei suoi impiegati), rischia di andare contro la dignità della persona, l’unico tesoro prezioso da salvaguardare. Un film utile, soprattutto contro l’indifferenza.

Temi: dignità umana, lavoro, povertà, fame, famiglia, ingiustizia, indifferenza, solidarietà, Stato.