di Gianluca BERNARDINI

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Paolo Pontecorvo (Alessandro Gassman), agente immobiliare strafottente, si trova a cena a casa della frustrata sorella Betta (Valeria Golino), insegnante sposata con l’intellettuale professore universitario Sandro (Luigi Lo Cascio) da cui ha avuto due bimbi vivacissimi (dai nomi improbabili, quali «Scintilla e Pin»), insieme all’amico, single discreto, il musicista Claudio (Rocco Papaleo). Amici da sempre, aspettano tutti l’arrivo di Simona (Micaela Ramazzotti), bella e coatta con all’attivo (paradossalmente) un libro di successo, incinta del bimbo che diventerà l’occasione scatenante di un litigio fino a mettere a dura prova i legami di un’intera esistenza. Alla domanda sul nome da dare al piccolo, verranno sviscerate questioni nascoste da tempo, malumori sottesi, segreti inconfessabili, giudizi e pregiudizi, in una serata dai risvolti del tutto imprevedibili. Francesca Archibugi (che conosciamo fin dai tempi di «Mignon è partita») torna al grande cinema con «Il nome del figlio», una sorta di remake del film francese «Cena tra amici» («Prenom», 2012) o meglio, partendo dalla commedia teatrale di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte (come afferma il co-sceneggiatore Francesco Piccolo), confeziona un prodotto del tutto godibilissimo e intriso di significati: è possibile conoscere una persona fino in fondo? Nonostante il trascorrere inesorabile del tempo si può essere «sempre gli stessi» nella vita? Qual è il confine tra verità e rispetto? Se da una parte, dunque, si ride di gusto di fronte ai luoghi comuni e alle situazioni tragicomiche messe in scena, non mancano momenti di forte introspezione, sapientemente architettati «dall’elicotterino spia», con tanto di webcam, che i ragazzini si divertono, dalla stanza da letto in cui sono «segregati», a far volare per casa. Proprio in questo sguardo indagatorio e curioso svela il pregio introspettivo del film che sa cogliere quello che l’occhio umano immediatamente, forse, non sempre percepisce. Da vedere, magari proprio in compagnia degli amici, lasciandosi accompagnare dalle note di «Telefonami tra vent’anni» del grande Lucio Dalla.

Temi: famiglia, amici, affetti, verità, umanità, pregiudizi, tempo, politica.