Blinded by the Light - Travolto dalla musica è uno di quei rari film che si possono definire come autentiche sorprese. Passato in sordina in Italia, rappresenta un ottimo esempio di come si possa fare un cinema intelligente, che aiuti i percorsi di crescita e di cittadinanza dei giovani, senza che “la morale” travolga lo scorrimento della storia. Nella rubrica “Con altri occhi, visioni e provocazioni per animatori di sala” diamo qualche spunto per proporre il film al pubblico delle sale di comunità.

Di Gabriele Lingiardi

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Blinded by the Light – Travolto dalla musica è diretto da Gurinder Chadha, regista celebre per il successo di Sognando Beckham. Il film appartiene al genere cinematografico del cinema della diaspora, fatto di registi e autori appartenenti alle seconde generazioni di immigrati, che non si definiscono in un (solo) gruppo sociale, ma sono generati dalla complessità del mondo globale.

Chadha è una regista da sempre molto attenta al tema dell’integrazione culturale e ai cambiamenti della società. Blinded by the Light, nonostante sia ambientato negli anni ’80, è attualissimo grazie a questo sguardo.

La trama di Blinded by the Light

Javed è un adolescente Pakistano che vive in un sobborgo inglese. Trascorre la sua vita rispettando le tradizioni di famiglia e cercando di sfuggire ai suoi intolleranti coetanei che si “divertono” a vessare chi considerano diverso e a imbrattare i muri con messaggi d’odio.

Javed affronta il passaggio nella nuova scuola superiore con stanca rassegnazione. Vive una vita che gli sta stretta, immerso in tradizioni che non comprende. Quando un suo nuovo amico, Roops, gli fa ascoltare due album di Bruce Springsteen, Javed trova nel cantante una sorta di guida spirituale che gli dà il coraggio di rimboccarsi le maniche e seguire la propria strada.

Blinded by the Light, qualcosa di più di un film musicale

A livello stilistico quello che colpisce maggiormente del film è la sua originalità: i brani musicali di Springsteen sono messi in scena come se fossero numeri da musical indiano. Le sequenze contenenti le canzoni del “Boss” sono coloratissime, sopra le righe, cariche di emozioni e contrastano con l’ambientazione grigia di Louton. Il cinema pakistano si fonde con quello europeo. Il risultato è un sapore unico e spesso spiazzante. Il contrasto culturale al centro del film si ripropone così, con grande sapienza, anche nelle immagini. I generi e gli stili di nazionalità diverse si uniscono in una rinnovata ricchezza. Attenzione però, inizialmente potrebbe spiazzare!

Trova la tua voce

Blinded by the Light – Travolto dalla musica è tratto dalla storia vera del giornalista del The Guardian Manzoor e la sua ossessione adolescenziale per Bruce Springsteen, ma non è, fortunatamente, un film-santino sul “Boss”. Si racconta prima di tutto la storia di un ragazzo. Le sua ansie, le sue paure e la sua fame di futuro. Springsteen è quasi un narratore esterno, un personaggio invisibile. Non è l’unico personaggio positivo: anche un’insegnante di lettere, intepretata da Hyaley Atwell, si impone come buon modello del mondo “adulto”.

Travolto dalla musica parla ai giovani di oggi, spesso sperduti nella società, senza radici, e mostra l’importanza di “raccontare la propria storia”, trovare la propria voce, senza dimenticare quella dei padri.

La musica è quindi un mezzo per gridare al mondo la propria identità, per unire, non per dividere, e per raccontarsi.

Una storia di amicizia

Gli anni ’80 sono mostrati con le necessarie semplificazioni, che permettono di mantenere il tono da commedia senza appesantire la narrazione, ma rappresentano una splendida cornice entro cui ambientare le vicende “private” di un gruppo di amici. È un cinema che da intimo si fa collettivo; un cinema delle minoranze, quanto mai attuale. Cos’è la cultura di un popolo? Quanto e quando va rispettata? Come l’arte può influire sull’integrazione? sono queste alcune domande a cui il film vuole dare risposta. Temi per nulla fermi agli anni ’80, ma quanto mai pressanti anche nell’Italia di oggi. 

Per persone che hanno tanto da dire, ma che non trovano la voce.