Lanciata sui canali social dell'ACEC di Milano la campagna "la sala (R)esiste". In un momento così complesso resistere oggi è l'unica soluzione per esistere domani.

di Gabriele Lingiardi

la sala resiste

Oggi siamo costretti a spegnere le luci. Domani le spegneremo per fare iniziare il film. Oggi un sipario chiuso significa nessuno spettacolo. Domani sarà il momento in cui inizieranno gli applausi. Il mercato cinematografico esita a fare uscire tanti film grandi, ma nelle nostre sale troverete sempre tanti grandi film.

È questo il messaggio di speranza che vuole lanciare l’ACEC di Milano con la campagna “la sala (R)esiste”. 

Video e banner social per mandare un segno di speranza. Il periodo buio che stiamo vivendo sembra non dare alcuno spiraglio. Mentre aumenta la diffusione del contagio e la riapertura delle attività si allontana sempre di più, cresce la preoccupazione per la tenuta economica delle attività. Il mondo della cultura e dello spettacolo sta infatti subendo una radicale trasformazione. I lavoratori dello spettacolo sono da tempo in situazione di precarietà. L’industria cinematografica sta trasferendo molti dei suoi titoli di punta sulle piattaforme Over The Top, togliendo quindi dal mercato della sala molti titoli di richiamo. 

Guarda: La sala (R)esiste, il video su YouTube

Siamo consapevoli però del compito dell’Associazione e degli esercenti in questo momento: (r)esistere. Senza la presenza della sala oggi, non può esistere un futuro. Resistere oggi significa esistere domani. E questo è quello che faremo, con uno sguardo fiducioso, sereno e di speranza, anche attraverso la distanza, ma sempre con lo spirito di prossimità e accompagnamento che ci caratterizza.

In concreto continueremo a tenere aperto il dialogo con il nostro pubblico, tramite attività online (tra cui il recente dialogo in cui abbiamo chiesto agli spettatori di raccontarci il loro rapporto con i cinema e i teatri) e nuove iniziative che ci accompagneranno durante questo lockdown.

Un’attenzione particolare sarà dedicata anche alla formazione, come occasione per immaginare una ripartenza più veloce, precisa e organizzata. La vocazione della Sale della Comunità non si ferma solo ai conti e ai bilanci, ma va oltre. Siamo sul territorio, anche in quelli più distanti dalle grandi città perché crediamo nella forza della cultura che diventa socialità, unione, crescita pastorale e umana. Non possiamo quindi che resistere con queste motivazioni di fronte agli occhi. Ci faremo trovare pronti, quando la normalità riuscirà a prendere un ritmo regolare e sicuro, per essere di nuovo presenza attiva nelle nostre comunità.